Nietzsche, além do bem e do mal.
Ogni uomo eletto tende instintivamente a cercarsi un nido dove si senta al sicuro dalla massa, dal vulgum pecus; dove possa dimenticare I' "uomo medio" che é la regola per sentire se stesso quale un'eccezione: - escluso il caso, che da un istinto ancor più forte venga sospinto direttamente verso quella «regola», come un veggente in senso sublime ed eccezionale. Colui che al contatto cogli uomini non é passato per tutti i colori della miseria, e diventa volta a volta verde o grigio per la ripugnanza, per la nausea, per la compassione, per il pessimismo che é frutto della solitudine, non é certamente un uomo di gusti superiori: ma ammesso ch'egli non prenda sopra di sé volontariamente la noia di tutto ciò, che tenti di sottrarvisi con ogni cura, e resti nascosto silenzioso ed altero nella sua rocca, ebbene, una cosa è certa, ch'egli non é nato, non è predestinato alla conoscenza delle cose. Imperocchè, se così fosse, un bel giorno dovrebbe dirsi "al diavolo il mio buon gusto, la regola è più interessante delle eccezioni - di me, che sono l'eccezione », e discenderebbe nella folla, anzi vi si spingerebbe ben addentro: lo studio dell'uomo mediocre, studio lungo, serio, che per esser completo esige molta simulazione, abnegazione, confidenza e cattive compagnie - ogni compagnia che non sia quella dei suoi pari è cattiva - forma parte integrante della Storia della vita di ogni filosofo, forse la parte più ingrata, la più nauseante, la più ricca di disinganni.
Nietzsche, Al di là del bene e del male.