Na imagem: "enxerto de uma cerejeira", particular de uma preciosa tapeçaria de Bento de Milão, sobre desenho do bramantino, obra realizada entre 1504 e 1509... mesmo dar vida a semelhantes tapeçarias não era coisinha Há pouco!
INGEGNO UMANO … noi che siamo nati e che viviamo in campagna ci stupiamo sempre quando vediamo gli innestatori all’opera. L’arte dell’innesto è conosciuta fin dall’antichità: numerose testimonianze attestano l’esistenza di maestri innestini in quasi tutte le epoche storiche. Dagli agronomi greci ai contadini dell’antica Roma l’innesto è una pratica che è arrivata fino ai giorni nostri quasi immutata: i principi fondamentali erano già noti duemila anni fa. Con l’innesto l’uomo ha creato i frutti più buoni, selezionando le migliori caratteristiche di ogni varietà. Inutile domandarsi come i nostri antenati siano giunti a ciò … naturalmente studiando le piante, osservando i loro principi vitali, e provando e riprovando, fino ad arrivare al risultato voluto, e questo in tutti i campi in cui lo scibile si è reso indispensabile (e per fortuna che fra noi esistono individui sempre pronti ad aguzzare l’ingegno!). Seppure raro, allora, per le donne, visto che tale pratica era prerogativa per lo più maschile, anche mia nonna paterna sapeva innestare. Coltellino da innesto, raffia, pece, e il gioco era fatto, da un ciliegio selvatico ecco svilupparsi e poi fiorire uno o più rami dai quali pendevano, in estate, dei bei duroni di Vignola. Terminato ogni innesto mia nonna recitava in dialetto romagnolo: “Par stè be e bsògna sèmpar fè l’amor cun al piént e fe sè cal piént al fèza l’amor stra d’lò (Per stare bene bisogna sempre fare l’amore con le piante e fare in modo che le piante facciano l’amore fra loro)”.
Nell’immagine: “Innesto di un ciliegio”, particolare di un prezioso arazzo di Benedetto da Milano, su disegno del Bramantino, opera realizzata tra il 1504 e il 1509 … anche dare vita a simili arazzi non era cosuccia da poco!